Donchisciotte e le pale eoliche

Donchisciotte e le pale eoliche

ispirato a Miguel Cervantes e Miguel Unamuno – rappresentato sull’altopiano del Monte Petrino (monte sopra Corleto Perticara/ Potenza) – anno 2006

Nel paesaggio affascinante – anche se “brullo” solo in parte – dell’Appennino lucano, un teatro in undici quadri, totalmente itinerante, con un periplo non facilissimo, a 400 anni dalla pubblicazione del “Don Quijote”. La storia si snoda tra le vicende, molto liberalmente riscritte, del “cavaliere dalla triste figura”, alle prese con Sancho, ma anche di altre declinazioni del “cavaliere errante”, con un cavaliere nordico ultra-ecologista e innamorato di ogni forma del vivente, un cavaliere delle steppe che dovrà finire a mangiare il proprio cavallo, che non a caso si chiama Minutri, un altro cavaliere orientale, che sintetizza arti marziali e lettere, senza dimenticare un intermezzo, godibilissimo e intelligente, di “commedia dell’arte”.

Teatro-natura, sì, nel senso del rapporto con il contesto, percorso in scena, ma anche con tutta la natura e le famose pale eoliche, ma anche con gli incipienti pozzi petroliferi, gestiti dalla Total, con la gente, gli strumenti tipici degli ottimi musicisti popolari, come la famosa Cupa Cupa. Ma soprattutto teatro contestuale, perché fa interagire, tra l’altro, i musicisti locali citati, l’ottimo gruppo rock degli Eczema, il coro Fenice, ma anche i Tantauaje di Bolzano.

Teatro politico? Sì, anche, ma non didascalico, in ottimi quadri teatrali che smonta i poteri (anche nella citata scena di “commedia dell’arte”), che demistifica. Mi affascina quanto detto dallo scrittore libertario Maurizio Maggiani: “Don Quijote, il vecchio anarchico”, ma credo piuttosto che Quijote e il suo autore, Miguel Cervantes, vittima dell’Inquisizione, nonostante abbia partecipato (1571) alla battaglia di Lepanto, rimandino a sintomi e possibilità di una società fondata sul sogno, sull’utopia, sulla libertà, dove poi comunque avremmo bisogno di chi fa il “lavoro sporco” di confrontarsi con la realtà.

Tutto questo Zurzolo e gli attori ce lo ridanno e come! E scusate se é poco, con quattro ore tra pecore, una natura strana e affascinante, pale eoliche e pozzi petroliferi, con la gente affascinata. (Eugen Galasso – Rivista Cenerentola)

attuanti Melissa Conigli, Eva Paciulli, Gianfranco Toce, Evi Unterthiner

Pietro D’Onofrio, Cesare Potenza, Simone Eufemia, Jacopo Castello, Giusy Cavalcante,
Giuseppe De Bona, Martina Stornelli, Giuseppe Donnoli, Margherita Marconi,Luana Lettieri,
Stefania Lauria, Deborah Lettieri, Silvia Liuti, Gemma Scarponi,
Vincenzo Toce, Luigi Desimone, Rocco Salvatore, Rocco Potenza, Antonio Laudisio, 
Michele Laudisio, Franco Maddaloni, Carmelo Ruggiero, Francesco Carlomagno, Carlo Toce,
Biagio De Bona, Biagio Ierardi, Salvatore Locisano, Luigi Ricciardi, Rocco Carlomagno, RoccoMazzarella

musici:
Eczema: Gianni Guerrieri, Rocco Logiodice, Marcello Montano, Mariano Lauria, Demenico Demma Francesco Carone
Coro La Fenice: Maestro Giovanni Mastronardi, Maria Teresa Bianchi, Immacolata Carone,
Antonietta Di Biase, Caterina Donnoli, Giuseppina Donnoli, Nadia Falotico, Carmen FrancolinoNicolina Montano, Rosellina Fanelli, Maria Rosaria Toce
Tantauaje: Alessandro D’Alessandro e Francesca Premier
Strumentisti: Romeo Carlomagno, Nicola Magaldi, Salvatore Mazzarella, Mariano Minelli

Ideazione e regia Giovanni Zurzolo
Assistenza drammaturgica Eugen Galasso
Segreteria Deborah Lettieri
Grafica Alessandra Marcuzzi
Foto documentazione Paolo Tosi

con il patrocinio di
ProLoco Corletana, ProLoco e Comune Guardia Perticara e Comune di Gorgoglione
sponsorizzazione: L’Ente Energia Sud , Ente Fri-el


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